Molti dei coach che seguo, in questo periodo di grandi frustrazioni dovute al lockdown e conseguenze varie, hanno riportato in auge i dogmi sull'intelligenza emotiva di Goleman. Nel 1995 lo psicologo americano studiò le persone che avevano maggior successo e determinò che non si trattava di persone con un Quoziente Intellettivo oltre la media, in senso tradizionale.
Al contrario riconobbe altre qualità nel "successo", ovvero la capacità di leggere la realtà oltre la superficie. Intelligenza nel senso più etimologico del termine: intus + legere che possiamo semplicisticamente tradurre come leggere all'interno. Quindi si tratta di riconoscere le proprie e altrui situazioni interne, le dinamiche che sottendono agli atteggiamenti individuali e collettivi.
In effetti il periodo si presta molto, e forse necessita per davvero, di sviluppare la capacità di gestire le proprie emozioni, motivarsi, adattarsi al cambiamento in maniera positiva, oltre che sviluppare relazioni di successo.
Anzi, e qui arrivo al dunque, il momento storico ha palesato quanta deficienza emotiva abbiamo coltivato negli ultimi decenni. I nostri nonni avevano, probabilmente in maniera inconsapevole, un grado di Intelligenza Emotiva molto maggiore delle generazioni attuali. Le emozioni reali contro quelle dei reality. Le relazioni provate ma durevoli contro gli amori a progetto. La capacità di credere e battersi per dei valori (senza distinzione e pregiudizio verso alcuno per carità) contro l'apatia degli sdraiati. E questi sono solo alcune degli esempi che potremmo evidenziare come cartina al tornasole di una intelligenza emotiva largamente atrofizzata, o peggio in taluni casi, completamente assente.
E' comprovata e a prova di smentita l'esistenza di persone brillantemente istruite sulla tecnica e sulla scienza, ma invero completamente deficienti emotivamente: nella sua accezione latina da de-ficere nel senso stretto di mancanza. Per certo tutti ne avremo incontrati diversi.
Ne vien da sé che, oggigiorno particolarmente, i celeberrimi postulati del successo teorizzati e studiati da Goleman, dovrebbero essere non solo divulgati ampiamente, ma dovrebbero trovare uno spazio adeguato nelle attività formative, nelle scuole ed in tutte quelle istituzioni che hanno a cuore le nuove generazioni: consapevolezza delle proprie emozioni, capacità di gestirle, motivazione, empatia e socializzazione.
Siamo davvero tutti adeguatamente preparati?
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