Può accadere che i nostri timori creino tutt'intorno a noi una sorta di bolla. Una come quelle che da bambini creavamo soffiando dentro alcuni tubetti con all'interno del detersivo per stoviglie.
Quando ci troviamo in queste bolle la paura si attenua. Ci sentiamo quasi protetti. Ci circonda e ci culla quando si muove lenta e dolce. Nella bolla ci specchiamo. Dall'esterno arrivano immagini piacevolmente distorte ma tenui, rarefatte al punto da non preoccuparci. Nella bolla ci sentiamo fuori da ogni pericoloso agente contaminante. Nella bolla ci siamo noi con le nostre certezze. E nella curva della bolla troviamo il ritorno delle nostre convinzioni. Nella bolla è tutto per forza giusto, corretto, incontaminato.
Nella bolla però siamo soli.
Tutte le bolle che abbiamo soffiato da bambini si sono poi inesorabilmente allontanate in balia dei venti e svanite al minimo tocco... sovente il tocco era anche il nostro.
Perché nella bolla dopo poco anche la nostra immagine riflessa si distorce e non ci rappresenta più. Nella bolla non sentiamo altre voci se non la nostra. Nella bolla poi si consuma l'ossigeno e comincia a mancarci il respiro. Possiamo anche urlare a squarcia gola ma il nostro grido non può raggiungere nessuno. Nella bolla siamo comunque in balia dei venti e possiamo sempre ruzzolare inaspettatamente. Col tempo nella bolla che sentivamo proteggerci comincia l'angoscia.
La bolla al tocco vivo della realtà svanisce.
Nessun commento:
Posta un commento