sabato 23 maggio 2020

Autocontrollo



Molto spesso quando sentiamo la parola autocontrollo, nella nostra mente, ci sovviene l’immagine di una persona che, allorquando si trova in procinto di esplodere la propria rabbia attraverso invettive e/o violenze, attua una repressione verso se stesso e si forza a restare “calmo”.
In realtà l’autocontrollo è molto di più: ci basti pensare a quando guidiamo la macchina. Impariamo a “controllarla” e a “controllarne” ogni aspetto affinché ci conduca al luogo desiderato.
Autocontrollo, quindi, significa essere al volante della propria esistenza, tenendone salde le redini affinché vada verso i propri desideri.
Ne consegue che l’autocontrollo è l’antagonista del controllo esterno, del condizionamento dagli altri, del assoggettamento passivo agli accadimenti quotidiani, del influenza sul nostro stato emotivo da terze parti. Di fronte ad un quadro così nutrito di attività l’autocontrollo si candida ad essere una di quelle abilità caratteristiche della nostra intelligenza emotiva.
Essere piloti della propria vita emotiva implica necessariamente l’assunzione della responsabilità nelle proprie decisioni; ed ecco che autocontrollo si materializza come stretto parente della responsabilità di scelta. Noi scegliamo, decidiamo e di conseguenza ci responsabilizziamo e controlliamo.
L’esempio che mi viene più facile avendolo provato sulla mia pelle è quello del fumo. Ho fumato 20 anni. Ho smesso da quattro. Quando l’ho deciso. Nel momento del mio pieno autocontrollo sullo stato della mia volontà di farlo. Ho assunto una responsabilità con me stesso. Ho scelto di assumere il controllo di ciò ch’era un vizio ormai quasi indipendente dalla mia volontà.
Nel momento in cui vediamo una nostra a-zione o emo-zione, ovvero un nostro comportamento esterno oppure interno condizionato, generato, istigato, indotto da un fattore non sottoposto al nostro arbitrio allora è il momento di intervenire. Non siamo in auto-controllo.
Come fare?
Una tecnica è quella di procrastinare: il più semplicisticamente detto “conta fino a 10”. Nel momento in cui rileviamo qualcosa che ci sta sfuggendo potersi fermare a ripensare la cosa cercando nuove inquadrature potrebbe essere un ottimo espediente per affrontarla e riportarla entro i binari voluti.
Un’altra possibilità è quella della “soddisfazione”: ricordate quando da bambini ci dicevano, e spesso anche con tono sentenziale, “prima il dovere… e poi il piacere!” Beh personalmente questa affermazione è stata sempre mal digerita. Ma se dobbiamo proprio fare qualcosa meglio fare ciò che ci soddisfa! Se il dovere diventa piacere, sarà tutto più semplice anche da controllare ed il gioco è fatto. Ricordo sempre l’aforisma che recita: “Fa del tuo piacere il tuo lavoro, e non lavorerai neanche un giorno nella tua vita”. L’idea di fondo è quella di trovare qualcosa di piacevole, che ci soddisfi e che possa gratificarci in qualsiasi “dovere”.
Insomma di modi ce ne sono diversi e sui quali sono stati versati litri d’inchiostro.
Il migliore suggerimento che possiamo dare è quello di affidarsi a qualcuno che possa aiutarci, non certo con ricette pronte take-away, ma al contrario che possa accompagnarci nella scoperta e nell’allenamento del proprio autocontrollo: siamo tutti diversi e come fanno i sarti necessitiamo di abiti su misura. Un percorso di coaching credo che possa essere il passo più adeguato per sviluppare, allenare e migliorare il proprio autocontrollo.
Assumiamo consapevolmente la guida della nostra vita e saremo in grado di generare e sviluppare successo, gratitudine e felicità dentro ed intorno a noi.


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