mercoledì 17 giugno 2020

Manifesto AgilMind


Nella vita di ognuno di noi arrivano quei momenti dove constatiamo il movimento, il flusso, il divenire costante della realtà che ci circonda. Un contesto sociale ed emotivo mutevole e aperto a variabili sempre più spesso imprevedibili celando insidie e minacce.

Agil Mind vuole che venga messo sempre in discussione, senza alcun giudizio, tutto ciò che pare ovvio; abbandonando ogni apatia mentale votata all'accettazione inerme di conclusioni che potrebbero sembrare favorevoli ma senza alcuna validazione: le trappole mentali. Riconoscere i segni “forti”, ma soprattutto le più pericolose “spie deboli” della nostra quotidianità.

Agil Mind sperimenta ogni giorno il duplice significato del termine “errare”: errare nella ricerca costante di libertà, colui che erra non ha una meta definita ma è il suo stesso errare, nell'adattamento sempre costante e maggiore al luogo in divenire, la sua reale meta; ed allo stesso tempo la facoltà serena dell’accettazione l’errore come foriero d’insegnamento. Tutti noi abbiamo imparato a camminare cadendo. Nell'errore come processo di apprendimento risiede la libertà e la possibilità maggiore di crescita.

Cullare serenamente l’idea che domani non è nient’altro che un nuovo oggi: può riservare sorprese inattese ma anche imprevisti diversi. Agil Mind comprende in sé la concezione di tempo agile: muoversi in tempo agilmente per non perdersi, per non sprecarsi, per non sperperare l’unica risorsa veramente limitata in natura, il tempo.

Agil Mind significa abbandonare ogni nostra concezione rigida: la pianificazione della propria visione per il futuro non potrà che essere accompagnata da una capacità di ri-orientarsi e ripensarsi nel presente. Nel momento in cui cerchiamo di vedere ciò che accadrà, nell'attuale contesto in regolare aumento per complessità ed imprevedibilità, relazioniamo situazioni che sembrano connesse e ci alimentiamo di ingannevoli prove. Questo rischia di farci cadere in errore e mina la nostra capacità di fornire soluzioni o risposte al mondo che si trasforma. Ciò ch'era buono ieri non per forza è buono oggi, e quasi certamente non lo sarà domani, per lo meno in egual modo.

Pertanto Agil Mind offre la possibilità di un approccio agile per muoversi nell'attuale contesto VICA - Volatile, Incerto, Complesso, Ambiguo - prendendo spunti e cogliendo le opportunità. Una pianificazione snella e organica che tenga presente la mutevolezza e l’imprevedibilità contingente. Smettere di camminare a testa bassa, senza ne’ godere del panorama né adeguare la guida alla strada che stiamo percorrendo, perché è il miglior metodo per schiantarsi, alla prima curva, al primo imprevisto, al primo ostacolo, o peggio ancora, fermarci al primo affanno. Affrontare ogni sfida, anche la partita più difficile, afferrandone sempre ogni buona opportunità.

Agil Mind intende letteralmente insegnare a leggere la realtà, tanto quella esterna quanto quella interna, per comprenderla, viverla a pieno e dominarla nel suo più ricco valore. 


venerdì 12 giugno 2020

Tutto procede come Imprevisto



Proviamo a schedulare ogni attimo della nostra esistenza. Nell'impresa è spesso consuetudine calcolare tutte le variabili di un progetto più volte e produrre fantastici grafici e diagrammi rappresentativi di ferme previsioni. Creiamo rigide convinzioni sulle nostre esperienze aspettandoci che la realtà ciclicamente si comporti in maniera uniforme.

Ma la natura ha disposto una condizione secondo la quale, per quanto ad ogni giorno possa seguirne un altro, il primo non sarà mai uguale al secondo. Pensiamo anche solo alla luce di un giorno che non sarà la stessa e per lo stesso tempo dell’altro. Mai.
L’imponderabilità è una faccenda con la quale tutti prima o poi dobbiamo fare i conti. L’imprevisto coglie chiunque, senza preavviso. Ed il più delle volte accade quando i piani sembrano destinati a procedere proprio come li avevamo pensati, preparati, studiati, analizzati. Laddove abbiamo ridotto ogni margine d’errore, il fallo è pronto a manifestarsi. Può accadere. E’ la fallibilità del “secondo me è impossibile”.

Possiamo comunque provare ad accogliere “l’inaspettato” come un ospite di quelli non preannunciati da far accomodare ugualmente in salotto: osservarlo e comprenderne l’eventuale natura, ed all'occorrenza giovarne per qualche aspetto. L’imprevisto come novità, come processo di crescita, di apprendimento, di curiosità. Se non in qualcosa forse in noi stessi, l’occasione di provarci su un nuovo terreno, sotto una nuova luce, in una nuova dimensione.

L’alternativa è precluderci tutto e fuggire tra gli alibi e le scomode barricate delle nostre convinzioni. Ma la fuga dall'imponderabile è la fuga quindi dalla vita; chiudere gli occhi di fronte alla straordinaria bellezza delle diverse sfumature tra gli istanti.

“La vita è sempre trionfo dell’improbabile e miracolo dell’imprevisto” H. De Lubac


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domenica 7 giugno 2020

La Bolla


Può accadere che i nostri timori creino tutt'intorno a noi una sorta di bolla. Una come quelle che da bambini creavamo soffiando dentro alcuni tubetti con all'interno del detersivo per stoviglie. 
Quando ci troviamo in queste bolle la paura si attenua. Ci sentiamo quasi protetti. Ci circonda e ci culla quando si muove lenta e dolce. Nella bolla ci specchiamo. Dall'esterno arrivano immagini piacevolmente distorte ma tenui, rarefatte al punto da non preoccuparci. Nella bolla ci sentiamo fuori da ogni pericoloso agente contaminante. Nella bolla ci siamo noi con le nostre certezze. E nella curva della bolla troviamo il ritorno delle nostre convinzioni. Nella bolla è tutto per forza giusto, corretto, incontaminato.
Nella bolla però siamo soli. 
Tutte le bolle che abbiamo soffiato da bambini si sono poi inesorabilmente allontanate in balia dei venti e svanite al minimo tocco... sovente il tocco era anche il nostro.
Perché nella bolla dopo poco anche la nostra immagine riflessa si distorce e non ci rappresenta più. Nella bolla non sentiamo altre voci se non la nostra. Nella bolla poi si consuma l'ossigeno e comincia a mancarci il respiro. Possiamo anche urlare a squarcia gola ma il nostro grido non può raggiungere nessuno. Nella bolla siamo comunque in balia dei venti e possiamo sempre ruzzolare inaspettatamente. Col tempo nella bolla che sentivamo proteggerci comincia l'angoscia. 
La bolla al tocco vivo della realtà svanisce.

lunedì 1 giugno 2020

Inganno


 “Vediamo il mondo in maniera errata e diciamo che esso ci inganna.” - Rabindranath Tagore

Molto spesso diamo alle cose un significato: il nostro. Disegniamo una immagine e la incolliamo a ciò che ci circonda. Pensiamo e ci convinciamo a tal punto da farlo diventare realtà. Il processo però poi si esaspera fino a completamente dimenticare e non considerare che tutto è frutto della nostra cognizione. Formiamo giudizi e viviamo emozioni sul contingente da noi instaurato. Poi quando malauguratamente si rivela diverso dalla nostra congettura viviamo la frustrazione dell’inganno. La delusione cocente di una realtà che non rispetta quelle prerogative che noi gli abbiamo imposto. E questo avviene in diverse forme e dimensioni. Avviene nelle aspettative che riponiamo nelle cose e nelle relazioni. Ma la domanda che dobbiamo porci è: la mia visione è corretta? Ho dato alla cosa il suo significato oppure le ho dato il mio? Posso davvero sentirmi offeso da qualcosa o qualcuno che io pensavo essere diversa/o? Possiamo consapevolmente dare una responsabilità a quel “pesce che non sa arrampicarsi sugli alberi”?

Ogni giorno viviamo stati psicofisici condizionati dalle nostre congetture. Accettare l’inganno significa accettare la vita, accettazione consapevole dell’imponderabile evento quotidiano. Un esercizio utile a  diminuire responsabilmente le angosce è l’apertura: allenarsi ad abbandonare la soggettività e cambiare le prospettive in visioni agili. Levare le ancore del preconcetto irremovibile, del punto fermo, della verità assoluta. L’apertura riconosce la mutevolezza della realtà, delle relazioni, del flusso vitale.
Apertura alla conoscenza, alla curiosità della “menzogna” come strumento di formazione e crescita, apertura come disinnesco dell’inganno, apertura senza giudizio ma bensì come rivelazione.

Inganno è dare un senso alle cose, verità è scoprirne il loro senso.


AgilTime

“Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo i...