venerdì 7 gennaio 2022

AgilTime

“Non ti auguro un dono qualsiasi,

ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;

se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.

 

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non

solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,

ma tempo per essere contento.

 

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,

ti auguro tempo perché te ne resti:

tempo per stupirti e tempo per fidarti

e non soltanto per guardarlo sull’orologio.

 

Ti auguro tempo per toccare le stelle

e tempo per crescere, per maturare.

 

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.

Non ha più senso rimandare.

 

Ti auguro tempo per trovare te stesso,

per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

 

Ti auguro tempo anche per perdonare.

 

Ti auguro di avere tempo,

tempo per la vita.”

Elli Michler


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lunedì 6 dicembre 2021

Valore



 Nella società odierna, dove tanti prodotti e servizi sono visti come una merce, la capacità di dare valore ad un contenuto, prodotto o servizio è diventata una necessità assoluta


Purtroppo molti di noi sono stati educati a pensare che dobbiamo prendere più che possiamo prima che le altre persone possano prendersi anche la nostra parte. 


Ma esiste anche un altro paradigma, che si basa sul concetto di comunità, secondo cui aiutare gli altri, dando qualcosa di noi stessi, è il modo per raggiungere il successo e la felicità.

Inoltre quando siamo occupati ad aiutare gli altri, abbiamo meno tempo per concentrarci su ciò che di negativo accade nella nostra vita e apprezziamo meglio quello che abbiamo.


Non è importante il tipo di contributo, quanto piuttosto che ciò che diamo sia autentico e senza un secondo fine.


Molto spesso pensiamo che basti mettere mano al portafogli per aiutare qualcuno; mi spiace ma ci sono modi molto più efficaci: creando qualcosa di utile, ispirando qualcuno ad agire, dando una mano, mostrando a qualcuno come fare qualcosa, mostrando a qualcuno un modo migliore per fare qualcosa, fornendo una nuova prospettiva, dando l’esempio, ascoltando di più, offrendo la propria attenzione, essendo presenti per qualcuno, amando…


Aggiungere valore agli altri non solo è la chiave per il successo, ma anche per godere di una vita appagante e soddisfacente. Anche in questo caso vale il famoso principio dell’80/20. Se scegli di aggiungere valore a te e agli altri per almeno il 20% del tuo tempo e aumenterai dell’80% il livello di felicità.


Mettete nel carrello il vostro valore e portatelo agli altri 😉💥


sabato 19 dicembre 2020

"Questo vaso è pieno?..."

Un giorno, un anziano professore universitario esperto in gestione del tempo, tenne una originale lezione….

Prima di iniziare la lezione l’anziano professore guardò gli studenti ad uno ad uno, lentamente, e poi disse: "Adesso faremo un esperimento"

 

Da sotto alla cattedra il professore tirò fuori un grande recipiente di vetro, e lo posò davanti a lui; poi tirò fuori una dozzina di sassi grandi come palline da golf, e ad uno ad uno li mise dentro il vaso.

Quando questo fu riempito fino al bordo e fu impossibile aggiungere anche un solo sasso, alzò lentamente gli occhi verso i suoi allievi e domandò: "Questo vaso è pieno?"
Se metteste nel barattolo per prima la sabbia, continuò, non resterebbe spazio per i sassolini e per i sassi più grandi. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.

Gli studenti risposero senza esitazione di "Si’"

 

Il professore attese qualche secondo e aggiunse: "Davvero?"

 

Allora si chinò di nuovo e tirò fuori da sotto al tavolo un secondo contenitore, questa volta pieno di ghiaia. Con attenzione versò questa ghiaia sui grossi sassi e poi scosse leggermente il vaso. I pezzettini di ghiaia si infiltrarono tra i sassi … fino al fondo del recipiente.

 

L’anziano professore alzò nuovamente lo sguardo verso il suo uditorio e domandò: "Questo vaso è pieno?"

 

Anche se un po’ stupiti tutti gli allievi risposero "Sì è pieno!"

 

"Bene" rispose l’anziano professore.

 

Si piegò di nuovo e questa volta tirò fuori da sotto al tavolo un secchio di sabbia. Con delicatezza versò la sabbia nel vaso. La sabbia andò a riempire gli spazi tra i grossi ciottoli e la ghiaia.

 

Ancora una volta domandò: "Questo vaso è pieno?"

 

Stavolta con ancora più convinzione gli allievi risposero "Ora sì! Ora è proprio pieno!"


Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due lattine di birra, le aprì e le rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia.

 

Gli studenti risero!

 

"Ora", disse il professore quando la risata finì, "vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita.

 

I sassi più grandi sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza.

 

I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.

 

Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto ai sassi grandi, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia"

 

Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentassero le due lattine di birra.

 

Il professore sorrise. "Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che, per quanto possa sembrare piena la tua vita, c’è sempre spazio per un paio di birre con un amico".


E tu come pensi di riempire il bellissimo barattolo della tua vita?


9 tricks di sopravvivenza mentale

martedì 8 dicembre 2020

Meraviglia

 


Riusciamo ancora a meravigliarci di qualcosa? Riusciamo ancora a stupirci? 

Crescendo la capacità di meravigliarsi piano piano si affievolisce. Per alcuni addirittura scompare. Il nuovo, talvolta, finisce per impaurirci piuttosto che stupirci.

Invece potersi ancora far sorprendere da un paesaggio, da un opera d'arte, da un piacevole evento inatteso è importantissimo. I nostri migliori ricordi di quando eravamo bambini sono proprio di ciò che ci ha meravigliato. Perchè? 

La risposta è che quando qualcosa ci lascia a bocca aperta ci provoca un emozione, e sono proprio le emozioni le più grandi motivazioni dell'animo umano. Lo stupore della scoperta porta ad esplorare. La meraviglia del risultato porta a sperimentare. Questo avviene sia nel mondo tangibile che nell'intimità della nostra mente. 

L'attitudine allo stupore può essere allenata, se lo si vuole, fermandosi ogni tanto. Pulire il circondario dal grigiore della routine, della quotidianità, dell'ordinario. Ascoltare il silenzio. Riconoscere i colori. Annusare il profumo del nostro respiro. Gustare il proprio momento. 

E meravigliarsi di quanto straordinaria sia la nostra vita. 

9 Tricks di sopravvivenza mentale

domenica 13 settembre 2020

Stupide possono esserlo le risposte, mai le domande!


 Non esistono domande stupide! Stupide possono esserlo solo le risposte.

Troppe volte perdiamo occasioni e ci ritroviamo a rinunciare a delle opportunità per non aver fatto una semplice richiesta. Timidezza, timore, insicurezza sono i sentimenti che ci prevaricano e ci portano ad abbassare lo sguardo ed indietreggiare. Invece magari aver posto un piccolo quesito avrebbe potuto svoltarci la giornata o addirittura la vita. E se la risposta è no? O comunque è quello che non volevamo sentirci dire? Bene. Solo dopo aver chiesto potremo saperlo e regolarci di conseguenza. Certo, per alcune domande ci vuole molto coraggio: soprattutto quelle che facciamo a noi stessi! Ma se saremo sinceri, onesti e veri la risposta sarà quella giusta e mai stupida. 

Un ottimo venditore è colui che sa fare le giuste domande al cliente per una proposta adeguata. Un medico impara a chiedere i sintomi al paziente per approntare la giusta cura. Conoscere se stessi e gli altri avviene tramite continue domande e spesso la loro qualità determina la bontà della relazione. In sintesi “chiedi e ti sarà dato” è l’insegnamento evangelico che possiamo laicamente prendere in prestito come un suggerimento: non fermarti ad attendere risposte senza aver fatto le “giuste” domane. 


9 Tricks di sopravvivenza mentale

mercoledì 5 agosto 2020

Accoglienza


Esistono parole che frequentemente utilizziamo senza averne la piena coscienza del suo significato e delle sue più alte accezioni. Una di queste è “accoglienza”.

Un sostantivo la cui etimologia si rintraccia nel latino co-ligere: cogliere; co - insieme e legere - raccogliere.

L'accoglienza è un'apertura: ciò che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare - in una casa, in un gruppo, in sé stessi.

Accogliere vuol dire mettersi in gioco, e in questo esprime una sfumatura ulteriore rispetto al supremo buon costume dell'ospitalità - che appunto può essere anche solo un buon costume. Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l'altro diventando un tutt'uno con lui. E anche se l'accoglienza di un vecchio amico siciliano può parere aliena rispetto all'accoglienza del conoscente giapponese, rimangono il medesimo fenomeno, diverso solo perché diverse sono le persone e le culture e il loro modo di aprirsi, il loro modo di fare entrare.

Così possiamo accettare che non esiste un'accoglienza assoluta o universale. Ma solamente la propria accoglienza.

Accoglienza nel suo significato più alto e puro non può che esprimersi ed esercitarsi sul piano emotivo. Accoglienza piena potrà concretizzarsi solo ed esclusivamente quando saremo in grado di riconoscere, interpretare e accettare tutte le emozioni nonostante la loro diversità e le loro sfumature, siano esse positive o negative, dentro e intorno a noi.

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mercoledì 1 luglio 2020

No Stress



Sarà certamente capitato di essere preparatissimi per una riunione, un esame, un evento particolarmente importante e proprio nel momento di doverlo dimostrare non riuscire ad esprimersi al meglio. O addirittura dimenticare molto di quanto preparato. Andare in panico ed in qualche modo fallire.

Per esempio, personalmente, è capitato molto spesso di leggere la domanda di un esame e nonostante fosse l’argomento studiato al meglio non ricordare quasi nulla trasformando un potenziale 30 e lode in un misero e stiracchiato 18. Eppure avevo studiato tanto ed adeguatamente. Cosa è successo? Nulla di grave: solo una particolare ansia da prestazione che ci ha sabotato nel momento decisivo… Capita a tutti: attori, cantanti, professionisti e grandi manager, studenti e professori; insomma almeno la cosa è democratica… Ma cosa fa davvero la differenza tra coloro che si preparano e centrano perfettamente l’obiettivo rispetto a quelli che si preparano in egual modo e non raggiungono lo stesso risultato? Cosa permette di segnare un rigore decisivo della finale dei mondiali oppure lo fa sbagliare?

Semplice: saper riconoscere, gestire e allenare l’ansia che proviene dallo stress al quale siamo sottoposti in quel determinato momento.

Ansia non è per forza una compagna negativa: al contrario possiamo considerarla la spia della nostra attenzione, colei che ci permette appunto di prepararci adeguatamente ad un appuntamento importante, oppure di non commettere quegli errori che potrebbero potenzialmente danneggiarci.

Ma c’è un limite oltre il quale l’ansia comincia inconsciamente a sabotarci: quando questa non permettere di affrontare con serenità l’evento, ovvero ci innervosisce sempre più fino a rendere negativa la situazione che stiamo vivendo. Veniamo sopraffatti dall'angoscia e dalla smania isterica del risultato ad ogni costo come se fosse questione di vita o di morte. Così che cominciamo a balbettare, dimentichiamo ciò ch'era chiaro nella nostra mente cinque minuti prima, sguardo basso, pive nel sacco e fine del gioco: game over.

E’ necessario lavorare sulla gestione delle nostre emozioni, e si può fare davvero molto: possiamo allenarci ed implementare la nostra intelligenza emotiva per esprimere al massimo le nostre potenzialità ed poterci godere al meglio il meraviglioso viaggio verso i nostri migliori traguardi.

No stress and good job  


AgilTime

“Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo i...