Dice Sun Tzu ne L’arte della guerra: “Conoscendo sia gli
altri che se stessi la vittoria non viene messa a repentaglio, e conoscendo i
fattori celesti e terrestri essa può essere completata”. Si vuole intendere che
un vittoria non può prescindere dal sapere, dalla conoscenza e dalla consapevolezza
di tutto quanto è coinvolto nella contesa: noi, gli altri e ciò che ci circonda
che ne viene comunque coinvolto.
Pensiamo a Napoleone,
se avesse saputo e così sviluppato una strategia, scelto una strada, valutato
le prospettive in maniera diversa probabilmente in Russia, e anche nel resto
della sua esistenza, le cose sarebbero andate diversamente. Una guerra prevista
veloce e di successo, e con una superiorità di uomini e mezzi conclamata anche
dalla nomenclatura di “Grande Armata”, 700.000 uomini contro meno di 500.000, si
è rivelata al contrario una lunga e logorante clamorosa disfatta. Napoleone non solo non aveva
previsto la vastità della zona di conflitto, ma neanche aveva considerato l’aspetto
umano di soldati partiti in estate ma ritrovatisi ancora a combattere e
allontanarsi da casa in inverno inoltrato con temperature rigide e assideranti.
Immaginate di costruire un palazzo di 5 piani su un terreno
franabile: disastro assicurato, pazzo da rinchiudere chi lo fa. Ecco il terreno
su cui poniamo ogni nostra azione dev'essere indagato, percepito con pienezza e
assimilato con dimestichezza.
Essere preparati non solo è utile, ma per chi deve agire in
qualsiasi direzione, oggi giorno, è un dovere verso di se e verso gli altri.
La preparazione parte da se: devi sapere bene, avere
coscienza di quello che sei, di quello che hai a disposizione e di ciò che
eventualmente ti è necessario. Sapere di non sapere, come affermava Socrate, è
il principio per il quale abbiamo pienezza delle nostre mancanze. Così da
poterle colmare direttamente o indirettamente ma allo stesso tempo con uguale efficacia.
Conoscere chi abbiamo di fronte è indispensabile. Quante volte
è successo di “leggere nel pensiero”, ovvero immaginare una situazione che poi
si verifica realmente, un amante, un amico, un cliente, un nostro capo, o
comunque una persona che frequentiamo con assiduità? Sono certo che sarà
capitato anche a voi diverse volte. Ecco, conoscere l’altro serve a prevederne le
mosse, le azioni, o anche le eventuali conseguenze che una nostra azione provochi
nell'altro: una nostra esclamazione molto esuberante potrebbe avere reazioni
completamente diverse se rivolta ad una persona particolarmente timida al
contrario di una molto sicura di se. Così come in una trattativa una
determinata proposta può sortire effetti diversi su parti in causa che hanno condizioni
diverse.
I fattori celesti e terreni possiamo ritenerli in maniera
empirica come quelle le leggi che regolano il mondo. Napoleone sapeva che sarebbe
arrivato l’inverno, e probabilmente la sfiga volle che sia arrivato anche in anticipo
(fattore celeste), ma consciamente o inconsciamente non l’ha considerato a dovere, forse troppo assorto nella presunzione di riuscire a chiudere la pratica in tempi brevi.
Gestire il tempo è un’arte che va allenata con costanza e si acquisisce con
esperienza. Sapere il “quando” oltre che il “come” è una discriminante fondamentale del
successo. Bisogna saperlo.
La consapevolezza di quello che accade o potrebbe accadere, indipendentemente
dalla nostra volontà, oppure, dalle nostre capacità, è una variabile che può cambiare
le sorti di una situazione in maniera drastica.
Fate la differenza, preparatevi.
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