mercoledì 22 aprile 2020

Resterà


Dopo il confinamento forzato della pandemia intravediamo il possibile, probabilmente parziale e graduale, ritorno alla "normalità". La previsione sul "come" sarà tecnicamente la lasciamo agli esperti. Ma l'isolamento per certo ci porterà ad avere una consapevolezza di una collettività ritrovata. Le sfortune comuni innalzano il senso di solidarietà anche per lo sconosciuto. L'individualità riscopre la propria essenza in una sfera comunitaria, dove perseguire il proprio benessere è strettamente e direttamente correlato al soddisfacimento del bene comune. Inoltre, avremo certamente maggiore dimestichezza con il mondo digitale, che in qualche modo ha surrogato la nostra esigenza di relazione sociale, mitigando il disorientamento della lontananza affettiva. Non solo strumenti di smart working ma anche di social meeting. Sapendo bene che l'importante e preziosa esperienza fisica non potrà essere sostituita da un microfono ed una webcam, non si può che costatare l'aiuto che gli strumenti digitali stanno fornendo e potranno dare nel futuro. Saremo anche coscienti che il consumismo spinto fino all'inutile dove siamo arrivati non potrà essere sostenibile. Il ripensamento delle priorità sarà spinto verso l'essenziale con sano equilibrio. E questo sarà anche dovuto al fatto che, anche i più giovani, in questa situazione, indotti probabilmente pure dallo stato sanzionatorio, ci siamo per forza dovuti riscoprire più coscienziosi, responsabili e maturi. Quindi un nuovo stato delle cose con molta meno approssimazione, tornando ad avere fiducia nelle scienze e nelle competenze. Sperando che queste trovino la loro giusta declinazione oltretutto nelle più importanti istituzioni politiche e governative.
Tutto ciò mi rende fiducioso che il futuro sarà migliore.

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