mercoledì 29 aprile 2020

RiUscire



Ancora il virus circola e la conta dei contagi è una delle poche liturgie che oggi si possono celebrare. Molti di noi sono in casa da mesi ormai, ed hanno riadattato la propria esistenza a questa costretta nuova condizione. Ma tra poco potremo ri-uscire. La ormai tanto discussa fase 2.  Onestamente ho pensato sin dal primo giorno di quarantena a come sarà tornare a vivere l’esterno. La domanda è riusciremo a ri-uscire? A parte il gioco di parole non ho alcuna intenzione di infilarmi nel ginepraio delle considerazioni tecniche, politiche e ahimè spesso faziose sul come, chi e quando “concedere” la libertà di circolazione. Il mio interrogativo vuole porsi sulla condizione emotiva che proveremo in quella che dovremo ri-educare come normalità.

Non possiamo tornare indietro e far finta che sia stato un brutto sogno, no. E’ la realtà e per paura di morire non possiamo permetterci di smettere di vivere.

Dobbiamo chiedercelo ora per essere pronti domani: cosa proverò quando incontrerò un conoscente o un amico, e riuscirò a riconoscerlo solo dagli occhi dietro la mascherina? Sarò in grado di accettare quello che potrebbe essere un potenziale contagioso? Come reagirò a chi si scosterà da me perché anche io possibile portatore del virus? Quanta paura serpeggerà tra le strade?

Se ognuno farà il suo, dando il proprio contributo in quello che può, possiamo tranquillamente rasserenarci. Il buon senso di ognuno di noi dovrà essere il fondamento su cui costruire la nostra ri-uscita. Assumere atteggiamenti prudenti ma senza paura: incontriamoci nella distanza. Il sorriso più sincero è quello degli occhi, e se sarà genuino varrà più di un reale abbraccio. Prendiamoci cura della nostra mente, e affrontiamo giorno per giorno gli accadimenti con obiettività. Pensiamo a ciò che possiamo controllare, a quello che possiamo fare, e lasciamo andare via ogni pensiero su ciò che non può dipendere dalle nostre scelte. Arriverà poi il momento del ragionamento sui massimi sistemi. Accogliamo in ogni giorno quello che abbiamo, e usiamolo al meglio. Pianifichiamo il presente guardando con fiducia al domani. Proteggiamo noi stessi e proteggeremo gli altri. Ri-usciamo con la consapevolezza che il destino di tutti è forgiato dalle azioni di ognuno.

Allora sì che RiUsciamo.

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venerdì 24 aprile 2020

Routine




Diversi studi sono concordi sul fatto che occorrano 66 giorni per creare una abitudine. Così ugualmente per modificarla. Lo avevo appena appreso quando decisi di voler smettere di fumare e con questa consapevolezza mi risultò più facile compiere il primo passo e portarlo a compimento. Avevo coscienza di dover resistere poco meno di dieci settimane per vincere il vizio e dimostrarmi padrone di me stesso. Avevo provato tante volte a smettere ma mai con questa consapevolezza. Quindi funziona, fidatevi.
Possiamo crearci delle routine positive per il nostro benessere e la nostra crescita sapendo che l’obiettivo è sforzarci nel breve tempo e non mollare affinché diventi un comportamento abituale e il più delle volte inconscio. Ecco nove buone abitudini che dovresti conoscere:

1.       Guardare poca TV e razionalizzare l’uso del telefono;

2.       Scrivere gli obiettivi: dal più piccolo e immediato al più grande e a lungo termine; ma scriverli e fare in modo che possano essere visti spesso;

3.       Curare e allenare il fisico: l’allenamento genera energia positiva e sempre disponibile anche alla mente;

4.       Cercare gente positiva, ottimista ed entusiasta: solitamente sono le più intelligenti da frequentare;

5.       Concentrarsi una cosa alla volta con scala di priorità: Importanti e Urgenti – Importanti ma non Urgenti – Non Importanti ma Urgenti  – Ne Importanti ne Urgenti;

6.       Cercare il flusso ed evitare le distrazioni, per osservare il tutto si finisce per non finire nulla;

7.       Rendersi fluido ed adattabili: il mondo è in continua evoluzione ed ogni giorno è diverso dall'altro;

8.       Ascoltare: il primo principio della condivisione come apprendimento è la pro-attività percettiva;

9.       Ringraziare: c’è sempre un buon motivo per esser grati; l’amico per la presenza ed il nemico per l’occasione di crescita;

Prova ad implementare anche una di queste abitudini nella tua quotidianità e sono certo che ne apprezzerai gli effetti positivi molto presto.



giovedì 23 aprile 2020

Abilità


Nella convinzione positiva che saremo presto fuori da questo particolare momento, si avvicina il momento della ripartenza. Ma vista la situazione che ci ritroveremo sarebbe più opportuno parlare di ricostruzione. Saranno da ricreare un nuovo tessuto sociale, una nuova etica economica ed una nuova filosofia politica. Nel mentre che tutto questo accadrà l'augurio è che si ritorni alla affermazione delle abilità. Una competenza senza il saper fare è fine a se stessa. Tanta gente critica per faziosità e molti 
parlano senza competenze. Però per fortuna esistono persone che sono in grado di fare competentemente. Sono quelle persone che sanno fare con quello che hanno. Per le quali un ostacolo è una sfida. Vedono in una privazione la possibilità di nuove strade. Riconoscono in una crisi le opportunità. Oppure le sanno creare. Sono gli uomini e le donne delle possibilità oltre la cima. Sono quegli individui che sanno valutare le critiche costruttive, ma non si curano delle critiche ingiuste: sono solo i celati complimenti di chi riconosce indirettamente un merito. Alle parole antepongono fatti di valore reale. Gli "abili" sono già di per se pochi. Tuteliamoli perché ne avremo estremamente bisogno.

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mercoledì 22 aprile 2020

Resterà


Dopo il confinamento forzato della pandemia intravediamo il possibile, probabilmente parziale e graduale, ritorno alla "normalità". La previsione sul "come" sarà tecnicamente la lasciamo agli esperti. Ma l'isolamento per certo ci porterà ad avere una consapevolezza di una collettività ritrovata. Le sfortune comuni innalzano il senso di solidarietà anche per lo sconosciuto. L'individualità riscopre la propria essenza in una sfera comunitaria, dove perseguire il proprio benessere è strettamente e direttamente correlato al soddisfacimento del bene comune. Inoltre, avremo certamente maggiore dimestichezza con il mondo digitale, che in qualche modo ha surrogato la nostra esigenza di relazione sociale, mitigando il disorientamento della lontananza affettiva. Non solo strumenti di smart working ma anche di social meeting. Sapendo bene che l'importante e preziosa esperienza fisica non potrà essere sostituita da un microfono ed una webcam, non si può che costatare l'aiuto che gli strumenti digitali stanno fornendo e potranno dare nel futuro. Saremo anche coscienti che il consumismo spinto fino all'inutile dove siamo arrivati non potrà essere sostenibile. Il ripensamento delle priorità sarà spinto verso l'essenziale con sano equilibrio. E questo sarà anche dovuto al fatto che, anche i più giovani, in questa situazione, indotti probabilmente pure dallo stato sanzionatorio, ci siamo per forza dovuti riscoprire più coscienziosi, responsabili e maturi. Quindi un nuovo stato delle cose con molta meno approssimazione, tornando ad avere fiducia nelle scienze e nelle competenze. Sperando che queste trovino la loro giusta declinazione oltretutto nelle più importanti istituzioni politiche e governative.
Tutto ciò mi rende fiducioso che il futuro sarà migliore.

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martedì 21 aprile 2020

Svolta


Chi prima chi dopo, ci siamo trovati tutti ad affrontare una sfida così importante sul nostro sviluppo e sul nostro successo come quella di decidere quando svoltare e quando perseverare nella strada intrapresa. La domanda di fondo che tutti ci facciamo è: stiamo facendo realmente progressi sulla nostra visione di vita al punto da pensare che questa sia realmente corretta oppure dobbiamo provvedere ad un profondo cambiamento? Questo è quel cambiamento che si chiama "svolta". Una correzione mirata e adeguata alla rotta che vogliamo seguire. Non vi è una ricetta magica oppure un modello matematico da poter utilizzare per decidere se svoltare o perseverare. Non può e non deve essere eliminato l’elemento umano: visione, intuito, giudizio, sensazioni. Tutto ciò convoglia la creatività nella sua forma più produttiva, mentre il continuare a perseverare distrugge il nostro potenziale creativo. Chi non riesce a decidere se intraprendere una nuova direzione in base ai riscontri che ha, può rimanere intrappolato in una terra di morti viventi senza né crescere e ne morire, in un limbo dove consuma se stesso e chi gli sta intorno: nessun avanzamento o peggio andare a schiantarsi brutalmente al primo ostacolo. 
La buona notizia è che noi possiamo imparare, abbiamo una creatività innata e la capacità grandissima di raccogliere i segnali anche nel rumore di sottofondo di una grigia inesorabile routine. Alla base vi è la consapevolezza, che può essere anche imperfetta, ma possiamo migliorarla con adeguate attenzioni. Così potremo allineare ogni nostro sforzo o "movimento" alla nostra visione creandoci valore e stimolando in conseguenza la nostra felicità. Una buona svolta ci può riportare sulla rotta del nostro vero successo sostenibile.

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lunedì 20 aprile 2020

Il Processo



Le cose possono capitare e accadono. Sbagliamo tutti i giorni. Nelle situazioni più disparate. Chi vi dice che non commette mai errori o mente sapendo di mentire, oppure è un idiota da allontanare immediatamente da voi! Noi molto spesso riconosciamo ciò che non va. Ma sentiamo estremo il dovere di colpevolizzare qualcuno. E di sovente la prima persona che mettiamo in discussione siamo noi stessi. Emblematica è la frequente frase: “forse non sono portato per questo o per quello...”. Quindi colpa mia per inadeguatezza. Quale sarebbe la soluzione? Facile: mollo tutto e scappo!
Immediatamente dopo la nostra sete di giustizia ci porta a condannare colui con il quale si confeziona il peccato. Nella migliore delle ipotesi il più modesto produce l’aberrante affermazione: “la colpa è nel mezzo – 50 e 50!” Così siamo tutti meno responsabili, dividiamo il peccato e saremo almeno mezzi salvi. Siamo esseri umani e commettiamo errori. Quando si trova di fronte un errore alla gente viene “normale” mettersi a cercare un responsabile anziché cercare di risolverlo. Il modo in cui si gestiscono quegli errori può avere un impatto straordinario su di noi e sulla qualità che esprimiamo verso gli altri. 
Ciò che si impara studiando Scrum nell'Agile Project Management e che può essere sperimentato facilmente è che l’esperienza diventa significativa esclusivamente per l’apprendimento; ciò che conta veramente è analizzare la situazione attuale e lavorare sul futuro. Tutto ciò ch'è stato è del tutto irrilevante. Costruiamo il contesto giusto per fare del nostro meglio e tendere a quell'eccellenza che in tutti noi. Solo così ogni errore sarà foriero di nuove opportunità! Non importa nulla la colpa ma analizza il processo, e così risolvi il problema.

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sabato 18 aprile 2020

Frenesia


Sarà per certo capitato a tutti noi di metterci a lavorare a testa bassa, senza fermarci un attimo a pensare se il cammino fosse realmente verso quell'obiettivo che volevamo raggiungere.
Con la mia compagna eravamo in viaggio in autostrada, molto concentrati sul guidare la macchina al meglio, abbiamo superato senza accorgercene, lo svincolo che ci avrebbe portato verso la nostra destinazione di vacanza. Risultato: maggiore tempo, strada, denaro, stress.
Quando premiamo l'acceleratore della nostra vita, è opportuno avere le idee molto chiare su quello che vogliamo realizzare. Rischiamo altrimenti di cadere in quel "fanatismo" che Bierce definiva ne "Il dizionario del Diavolo" come il raddoppiare i tuoi sforzi dopo aver dimenticato l'obiettivo.
Una carriera soddisfacente? Realizzare una grande opera? Una vita degna di essere vissuta? Qualunque sia il tuo obiettivo non si può prescindere dal distanziarsi da un modus operandi frenetico, di contingenze ed operatività immediata. Ma la capacita di autoanalisi, consapevolezza e riflessione per organizzare il proprio tempo al fine di massimizzare la propria produttività, pienezza di gioia e soddisfazione, dovrà essere sempre presente nel tuo metodo. Non si può demonizzare il pensiero lento della consapevolezza, perché sarà quello che potrà garantire la strada della vera felicità in ciò che si fa.

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venerdì 17 aprile 2020

Il saper non fare


In una buona organizzazione troviamo sempre tempo e modo per fissare le cose da fare. Ci sono persino diverse applicazioni che ci aiutano nelle "to do list". Siamo alla ricerca costante di efficienza ma, delle innumerevoli risorse che abbiamo a disposizione a proprio piacimento o necessità, ve n'è una di cui non ne possiamo usufruire illimitatamente ed anzi, inesorabilmente, si consuma un giorno dopo l'altro: il tempo. La sua gestione parte da un presupposto fondamentale ch'è fissare le priorità nelle cose che generano maggior valore. A tutto il resto si potrà relegare quanto ne resta inutilizzato. Per addivenire a ciò il modo più efficace è imparare il "No". Sapere cosa non fare equivale a rifiutarsi di svolgere ogni azione che comporti un investimento, oltre che di energie, di tempo. Il "No" è la parola che fa guadagnare tantissimo tempo. La prima causa della perdita del tempo sono le persone: saranno spesso impegnate, non riuscendo a gestire il proprio tempo, a chiederti aiuto per delle loro mansioni. O peggio cercheranno di delegare a te i loro compiti. Quindi dobbiamo chiederci: "questo è l'uso più produttivo per me del mio tempo?" Se la risposta è negativa, possiamo serenamente ringraziare per la richiesta e, gentilmente, rispondere che ci occuperemo della cosa se e quando sarà possibile, una volta terminate le nostre priorità. Hai già molti impegni e responsabilità a cui star dietro. La lista di lavoro che puoi svolgere materialmente è oramai satura. Attenzione!! Non parliamo solo di lavoro ma è un valore da custodire ed implementare a dovere anche la sfera umana di ogni persona: la famiglia, gli affetti, le amicizie, gli hobby e le passioni generano un valore immenso e necessitiamo di tempo per prendercene cura adeguatamente. Solo se smettiamo di fare cose che non producono valore possiamo tenere sotto controllo il nostro tempo ed impiegarlo al meglio. Rifiutati di farti aggiungere cose da fare che per te non hanno valore. Sperimenta il "No". Dillo consapevolmente e sarai padrone del tuo tempo. 

giovedì 16 aprile 2020

Preparazione


Dice Sun Tzu ne L’arte della guerra: “Conoscendo sia gli altri che se stessi la vittoria non viene messa a repentaglio, e conoscendo i fattori celesti e terrestri essa può essere completata”. Si vuole intendere che un vittoria non può prescindere dal sapere, dalla conoscenza e dalla consapevolezza di tutto quanto è coinvolto nella contesa: noi, gli altri e ciò che ci circonda che ne viene comunque coinvolto.
Pensiamo a  Napoleone, se avesse saputo e così sviluppato una strategia, scelto una strada, valutato le prospettive in maniera diversa probabilmente in Russia, e anche nel resto della sua esistenza, le cose sarebbero andate diversamente. Una guerra prevista veloce e di successo, e con una superiorità di uomini e mezzi conclamata anche dalla nomenclatura di “Grande Armata”, 700.000 uomini contro meno di 500.000, si è rivelata al contrario una lunga e logorante clamorosa disfatta. Napoleone non solo non aveva previsto la vastità della zona di conflitto, ma neanche aveva considerato l’aspetto umano di soldati partiti in estate ma ritrovatisi ancora a combattere e allontanarsi da casa in inverno inoltrato con temperature rigide e assideranti.
Immaginate di costruire un palazzo di 5 piani su un terreno franabile: disastro assicurato, pazzo da rinchiudere chi lo fa. Ecco il terreno su cui poniamo ogni nostra azione dev'essere indagato, percepito con pienezza e assimilato con dimestichezza.
Essere preparati non solo è utile, ma per chi deve agire in qualsiasi direzione, oggi giorno, è un dovere verso di se e verso gli altri.
La preparazione parte da se: devi sapere bene, avere coscienza di quello che sei, di quello che hai a disposizione e di ciò che eventualmente ti è necessario. Sapere di non sapere, come affermava Socrate, è il principio per il quale abbiamo pienezza delle nostre mancanze. Così da poterle colmare direttamente o indirettamente ma allo stesso tempo con uguale efficacia.
Conoscere chi abbiamo di fronte è indispensabile. Quante volte è successo di “leggere nel pensiero”, ovvero immaginare una situazione che poi si verifica realmente, un amante, un amico, un cliente, un nostro capo, o comunque una persona che frequentiamo con assiduità? Sono certo che sarà capitato anche a voi diverse volte. Ecco, conoscere l’altro serve a prevederne le mosse, le azioni, o anche le eventuali conseguenze che una nostra azione provochi nell'altro: una nostra esclamazione molto esuberante potrebbe avere reazioni completamente diverse se rivolta ad una persona particolarmente timida al contrario di una molto sicura di se. Così come in una trattativa una determinata proposta può sortire effetti diversi su parti in causa che hanno condizioni diverse.
I fattori celesti e terreni possiamo ritenerli in maniera empirica come quelle le leggi che regolano il mondo. Napoleone sapeva che sarebbe arrivato l’inverno, e probabilmente la sfiga volle che sia arrivato anche in anticipo (fattore celeste), ma consciamente o inconsciamente non l’ha considerato a dovere, forse troppo assorto nella presunzione di riuscire a chiudere la pratica in tempi brevi. Gestire il tempo è un’arte che va allenata con costanza e si acquisisce con esperienza. Sapere il “quando” oltre che il “come” è una discriminante fondamentale del successo. Bisogna saperlo.
La consapevolezza di quello che accade o potrebbe accadere, indipendentemente dalla nostra volontà, oppure, dalle nostre capacità, è una variabile che può cambiare le sorti di una situazione in maniera drastica.
Fate la differenza, preparatevi.

mercoledì 15 aprile 2020

MULTI-DESTROYING


La moda del momento è quella del vantarsi nel riuscire a fare mille cose contemporaneamente. Ed ammetto di averlo fatto qualche volta anch'io. Tutti conosciamo comunque qualcuno che gestisce tre progetti contemporaneamente, parla al cellulare mentre guida, esterna al alta voce le miriadi di compiti che riesce a fare al giorno.
 Praticamente il giocoliere che aumenta il numero di palline da far girare in aria, e più ne ha più cerca l’applauso per non averle fatte cadere. Pensiamo che sia possibile ma purtroppo non lo è.
Uno studioso di nome Harold Pashler nei primi anni novanta ha dato un nome a questo fenomeno e lo ha chiamato “interferenza da doppio compito”. L’esperimento che ha condotto era molto semplice: dava un compito ad un gruppo di persone molto semplice come premere un bottone ad un determinato suono, aggiungendo un ulteriore semplice compito il tempo di impiegato raddoppiava. Pashler alla fine dei suoi studi è arrivato all'assunto che le persone pensano una cosa alla volta. E nel momento che dovete passare da un compito all'altro vi è una perdita di energia e di tempo, e ciò è dovuto al cambiamento da un contesto ad un altro. Occorre un certo sforzo per “interrompere” un processo, accedere alla memoria e recuperarne un altro, per poi svolgere quel lavoro.
Il nostro cervello lavora in serie e non in parallelo. Quindi deve fisiologicamente terminare un processo per procedere con quello successivo. Pensate, lavorando al pc, quanto tempo impiegate a chiudere un file per riaprirne e un altro, saranno certamente frazioni di secondo o secondi in base al tipo di file che sommati alla fine è tempo “sprecato” se lo facciamo in continuazione.

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martedì 14 aprile 2020

Grazie-tudine


Il paradosso che si trova ad affrontare la società di oggi è che mai come in questo periodo si stia così tanto bene, con un altissimo grado di benessere,  e allo stesso tempo il momento si caratterizza sempre più per lamentele, criticità, rabbia, malessere, violenza, negatività e aspettative oltremodo irragionevoli. Una fortissima infelicità diffusa.  La felicità possiamo intenderla come il rapporto tra le aspettative che abbiamo è la realtà che ci creiamo. Se quindi le aspettative sono sempre fuori misura, cioè quello che abbiamo non ci basta mai, qualsiasi realtà non andrà mai bene. Ma esiste un sentimento che è fondamentale per la propria esistenza: la gratitudine.E quando noi chiediamo a chiunque: ma tu sei grato per quello che hai? Tutti quanti noi inconsciamente diremo subito ma certo! Si ovvio!
Ma a livello interiore ed emotivo pochissime persone sono realmente grate per quello che hanno e la sua percezione necessita di allenamento. Ciò che può fare la differenza è poterla percepire appieno nel tuo interno, nella tua coscienza, nella tua anima. Un cambio di prospettiva radicale su tutto ciò che ci circonda e per il quale essere grati. Tutto ciò che ci è donato. Mi è piaciuto coniare una parola nuova, tanto scorretta quanto a me simpatica: la “GRAZIETUDINE”: l'allenamento dell’attitudine al “Grazie”. 

Puoi approfondire l'argomento con Progetto AgilMind

Il libro: Progetto AgilMind


In un periodo di grande smarrimento, come potrebbe essere quando si è costretti ad abbandonare le proprie abitudini, i propri affetti, la propria vita lavorativa e sociale, e dove inevitabilmente si deve affrontare un cambiamento, andiamo in difficoltà e soffriamo.Quante volte, in una situazione di estrema difficoltà, ci abbattiamo a tal punto da desistere, piangerci addosso, arrendersi al fato avverso dandogli la colpa di quanto accaduto e cercando il compiacimento e la compassione degli altri.Durante una quarantena dovuta ad una epidemia, dove l’isolamento sociale è legge, non si può che provare il flagello delle privazioni, sapendoci innocenti ma allo stesso tempo paganti un caro prezzo; e in egual modo il tempo a disposizione si presta, per chi come me è affascinato dalla crescita personale e la leadership, a studiare ed indagare come “diventare ciò che si è” nella consapevolezza che il potenziale espresso da ciascuno di noi è sempre molto molto poco.Conoscersi a fondo, capirsi e amarsi per potersi prendere al meglio cura di sé, compiersi nelle relazioni, diventare parte attiva della propria vita e non spettatore pagante, uscire dalle crisi che attraversiamo nella nostra vita come persone migliori di quando ci siamo entrati: questo è quello che vorrei per tutti noi! E tu?




AgilTime

“Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno. Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo i...